L’area sacra di Malchittu è costituita da un singolare tempietto, arroccato tra due alture granitiche, su una delle quali era presente il nuraghe, oggi crollato.
Ai piedi dell’edificio si trova anche una grande capanna circolare, la cui funzione non è al momento conosciuta. Nei dintorni numerose cavità naturali ospitavano delle sepolture.
L’edificio cultuale di Malchittu si conserva quasi integralmente. È di forma sub- rettangolare con pareti curvilinee; manca solo la copertura che era a doppio spiovente, realizzata con travi di legno.
La camera del tempio, a cui si accede attraverso una porta architravata sormontata da un frontoncino, è preceduta da un atrio creato dal prolungamento dei lati lunghi oltre la facciata. Questa caratteristica lo include nella categoria dei templi sardi in antis, affini a strutture simili diffuse nell’area Egea.
L’esemplare di Malchittu è considerato il più antico in Sardegna; infatti, è l’unico al momento a essere datato alla prima fase nuragica, fra il 1600 e il 1400 a.C. in base ai frammenti ceramici ritrovati. Il suo utilizzo è perdurato fino al 1000-900 avanti Cristo circa, secondo la datazione al radiocarbonio fornita dai resti delle braci del focolare che si trova al centro della camera. All’interno sono presenti anche delle nicchiette, una serie di sedili e un bancone sul lato di fondo, elementi forse legati allo svolgersi di rituali.
Non è stato ritrovato nessun altro reperto e perciò non è possibile stabilire a quali divinità fossero rivolti i rituali, di cui non si conoscono le caratteristiche.