Le tombe di giganti, così denominate dalla tradizione popolare sarda per le notevoli dimensioni, sono delle sepolture collettive di età nuragica e luoghi di culto dove si espletavano i rituali in onore degli antenati.
Esistono diverse tipologie di tombe collettive nuragiche; la tomba di giganti di Li Lolghi appartiene a quella più antica, caratterizzata da una tecnica costruttiva che impiega grandi lastre litiche infisse verticalmente nel terreno per delimitarne le parti strutturali.
Le indagini archeologiche, oltre ad aver portato alla luce numerosi reperti, soprattutto ceramici, hanno permesso di individuare due fasi costruttive. A una piccola tomba a galleria costruita intorno al 1800 avanti Cristo circa, fu aggiunto circa due secoli dopo, un lungo corridoio funerario. Contemporaneamente, fu realizzata una facciata semicircolare costituita da grandi lastre infisse verticalmente nel suolo, al centro della quale si erge una grande stele che simboleggia il passaggio dal mondo dei vivi a quello dei morti.
Tutta l’area retrostante l’esedra fu racchiusa in un unico grande tumulo di terra e pietrame, di cui sono ancora ben visibili i resti. La lunghezza totale di 27 metri conferiva al sepolcro un aspetto maestoso che lo qualificava come simbolo di possesso del territorio da parte della comunità che lo aveva realizzato.